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Germano

UNTIL THE END OF THE WORLD

Tradimento. Parole difficile, complessa… con chiare connotazioni negative.

Ma da dove deriva tradire. Questo termine a cui diamo sempre un valore dispregiativo. Me lo sono chiesto e ho indagato un po’. Tradire, tradizione… mi chiedevano se c’era solo un suono ad accumunarli o qualcosa di più.

Tradire: dal verbo latino tradĕre che significa “consegnare ai nemici”. Consegnare qualcosa o qualcuno ai nemici. Dare informazioni importanti a chi potrebbe nuocerti. Ecco tradire quindi non è in sé un verbo del tutto negativo. Tradisci se consegni anche tè stesso. Se ti consegni al nemico. Non è quindi solo venire meno ai propri doveri, ai propri giuramenti. Quello si lo sappiamo tutti. Ma tradĕre non è solo questo.

Da questo verbo deriva anche Tradizione. Una cosa ben lontana dal tradimento. Anzi quasi un opposto sotto certi versi. Questo perché in verità anche la Tradizione passa di mano in mano. Viene concessa, divulgata. Anche la tradizione si consegna. La si ha in custodia e la si dà. Anche al nemico.

Nel libro “the book of Judas” di Brendan Kennelly si cita:

“La maniera migliore per servire l’età è tradirla”


Oggi aggiungerei il modo migliore per servire le tradizioni, innovarle e migliorarle è tradirle.

Oggi vi parlerò di un traditore per antonomasia e della sua storia ai confini del tempo. E di come per amore si può essere costretti a tradire.

Premessa, doverosa, direi.

C’ho pensato parecchio prima di scrivere questo testo. Addirittura, ho chiesto consulto. Cosa che non faccio mai perché sono testardo come un mulo, provocatore e adoro buttarmi nei gineprai.

Quindi avviso ai naviganti: se siete troppo legati ad un credo, omofobi, machi ortodossi, oppure troppo legati ad una qualsiasi posizione, girate pagina e ascoltatevi le canzoni. Se invece siete curiosi proseguite. Non rispondo di incazzature.


Dicevo: tradimento. Beh, facciamo un passo indietro. Anzi due o tre.

Siamo in un paese lontano, la culla dell’umanità la chiameranno in futuro. Un luogo lontano dove la gente ha la pelle ambrato scura, capelli fitti neri e ricci. Gli uomini portano la barba e hanno occhi neri come il carbone. Magri e ossuti. Le donne fianchi larghi e occhi come la brace. Sono agricoltori, pescatori e costruttori. Si lavano pochino perché al tempo la cultura é quella e le pecore abbondano attorno a loro. Le mangiano, ne bevono il latte e le sacrificano sugli altari. Insomma, un classico paesaggio rurale di molti anni orsono. Niente capelli lunghi fluenti biondi, niente barbe da hipster super acconciate, occhi azzurri ed espressioni serafiche.

Qui si vive e si muore sui campi. Si fa la cacca sul prato e si sbranano capre pulendosi la bocca sul bordo della tunica. Ci pensate. No, vero? Perché neanche babbo Natale in verità era vestito di rosso agli inizi. E poi le mode… la propaganda… il marketing. Tutto cambia in fretta!

Ora in quegli anni vive un ragazzo. Bello per i canoni di allora e pure di adesso. Figlio di un falegname e di una donna amorevole quanto dolce. Ecco questo ragazzo ha idee rivoluzionarie. Parla di cambiare il mondo.

Si affida al suo parlare calmo e chiaro per raccontare come la pensa e come vorrebbe vivere.

È stufo marcio dei soprusi del tempo, delle tasse da pagare ai governatori. Arcistufo pure dei bigotti religiosi del tempio dove il padre e la madre si recano il giorno sacro. Lui ha in mente un mondo diverso. Dove tutti sono uguali. Un mondo dove le persone non si uccidono, dove si aiutano i più bisognosi. Ecco immaginate che questo ragazzo già da giovane si muoveva per le strade del suo paese. Era conosciuto da tutti e molti ascoltavano le sue idee. Il suo bel modo di parlare, aggraziato e dolce, scioglieva i cuori delle donne. E i ragazzi come lui si sentivano il cuore battere di ardore. Voglia di cambiamento.

Ora, evidentemente, al potere costituito non piacevano queste idee. Significava cambiare, perdere potere, perdere posizioni e forse addirittura finire in disgrazia. Loro che da generazioni comandavano. Ora si vedevano minacciare qualcosa che era lori per diritto. Per nascita, per culto, per tradizione.

Questo ragazzo diventa uomo, si perché poi anche lui cresce e con lui crescono le persone che lo supportano e lo incoraggiano. Quest’uomo comincia a credere di poter veramente cambiare le cose. Insieme a lui si forma un gruppetto di amici. Persone che la pensano come lui e che si sentono più forti perché non sono più sole. Amici, giovani e legati fortemente.

Tra di loro vi sono donne, uomini, professionisti e politici. E si sa, che se si fa parte di un gruppo, la si pensa uguale e si lotta insieme ci si sente intimamente legati. Tra di loro nasce amore. Desiderio. Oltre alla coscienza di essere diversi e unici.

Ma i tempi sono tumultuosi. L’abbiamo detto qui non vanno per il sottile. Scuoiano in strada le pecore, lapidano le adultere e si uccide per un tozzo di pane.

Il gruppo si fa notare troppo e la polizia, opportunamente spinta, indaga e cerca appigli. Lo sappiamo tutti. Non esistono persone perfette. Tutti abbiamo un lato oscuro più o meno grande. E quando la macchina del fango, della propaganda, si mette in moto piano piano le figure di spicco diventano meno lucenti.

Si cerca nel loro passato, di vedere se hanno vizi, amici poco raccomandabili. E allora si scopre che il leader qualche volta ha dato di matto, e peggio di un Black Block ha distrutto un tempio e qualche vetrina. Si dice in giro che la donna più bella del gruppo era una escort. Che se la fa con il capo solo per potere.

Poi ci sono due pescatori di frodo. Un esattore delle tasse che diserta e pure un mezzo politico. Insomma, c’è di che lavorare per poter screditare questo gruppo. Fare leva sul timore della gente e sul sempre vivo sospetto animale che abbiamo nel nostro DNA.

E cosi ogni tanto per un pretesto i nostri protagonisti finiscono al commissariato o addirittura in galera. E inizia qui la canzone di oggi.


Haven't seen you in quite a while

I was down the hold, just passing time

Last time we met was a low-lit room

We were as close together as bride and groom

We ate the food, we drank the wine

Everybody having a good time

Except you

You were talking about the end of the world

È proprio da un po' che non ti vedo

Ero in prigione, facendo solo passare il tempo

L'ultima volta che ci incontrammo in una stanza male illuminata

Eravamo insieme vicini come moglie e marito

Mangiammo il cibo, bevemmo il vino

Tutti si stavano divertendo

Eccetto tu.

Tu, stavi parlando della fine del mondo


Giuda torna dai suoi amici. Se l’è vista brutta. Qualche giorno in gattabuia ma soprattutto pugni, sputi e percosse. Poi lo hanno sbattuta su un buco per farlo parlare. Gli altri lo aspettano. Ormai questa situazione è sempre più frustrante. Le loro parole sono come pietre che rotolano giù da un monte. Fanno scuotere l’intera montagna, e in migliaia si riuniscono per ascoltarli. Tutti ne parlano in quella regione e il passa parola, come nel gioco del telegrafo senza fili, ingigantisce e sproporziona i fatti. Quasi invincibili e miracolosi, questi giovani uomini sono su tutti i social del tempo. Il Twitter locale li mostra sorridenti in selfie con la popolazione e Facebook posta i loro discorsi. Alcuni prendono quei testi e li ritoccano, poi li retwittano. Piccole modifiche. Qualche accento, una parola in più e una in meno. E si sa poi: i famosi virgolettati. Il “sentito dire”.

I ragazzi diventano buonissimi per alcuni, nefasti per altri. Cosicché qualcuno li odia e qualcuno li ama. Senza se e senza ma. Come dei tifosi di calcio. Se uno di loro dice una cosa anche stupida c’è chi lo esalta comunque. Altre volte, su discorsi encomiabili e condivisibili, c’è chi sostiene che è solo scena. Solo un modo per fare soldi, potere. Per vendere qualche libro o per qualche like.


Ora Giuda è appena tornato dai suoi amici. Il corpo un po’ curvo per la costola dolente. L’occhio nero e il sapore di ruggine in bocca. Vede il suo amico. Il suo più caro amico. Si è preso delle belle botte per proteggerlo. Lo ama e non solo metaforicamente. Giuda è affascinato e infatuato da quell’uomo. L’ultima volta, prima della prigione erano vicini. Al buio dopo la cena. Da lontano sembravano una coppia. Giuda allungò la mano, lo toccò. Ricevette un sorriso e poi arrivarono tutti gli altri. Ora immaginate, tra il puzzo di pecora, di sudore e paglia. Le mani appena lavate bianche di farina. Il pezzo di pane che passa di mano in mano. Tutti seduti in cerchio a gambe incrociate. Sorridenti nonostante tutto.

Mangiavano e si raccontavano i loro sogni. Ma lui, no. Lui era cupo.


Sapeva che la situazione non poteva che evolvere in peggio. Piano piano la macchina della propaganda aveva insinuato dubbi e paure. La gente non aveva più la stessa voglia di cambiare.

Occorreva cambiare strategia. Cambiare rischiando tutto. Come se non vi fosse un domani.

Gesù, così lo chiamavano gli amici, prese da parte Giuda e gli diede un compito.


I took the money, I spiked your drink

You miss too much these days if you stop to think

You led me on with those innocent eyes

And you know I love the element of surprise

In the garden I was playing the tart

I kissed your lips and broke your heart

You, you were acting like it was the end of the world

Ho preso i soldi, ho drogato il tuo drink

Di questi giorni perdi troppo se ti fermi a pensare

Mi hai preso in giro con quegli occhi innocenti

E lo sai che mi piace l'effetto sorpresa

Nel giardino stavo facendo la puttana

Ti ho baciato le labbra ed infranto il cuore

Tu, tu ti comportasti come se fosse la fine del mondo


Giuda è sconvolto. Gli eventi in pochi giorni sono stati così repentini che la testa gli ronza ininterrottamente. Gli occhi fuori dalle orbite. Il dolore e lo sconforto non lo abbandonano.

Pochi giorni prima Gesù gli aveva chiesto l’impossibile: Tradiscimi.

“Ma come, io che ti amo più di chiunque altro. Io che sogno di dormire con te vicino? Lo sanno tutti che non sarei capace”. “è amore, amore vivo, che arde nel mio petto”

“lo so caro. Lo so che cosa provi. Ma dobbiamo farlo. Dobbiamo aumentare il nostro peso. Ci stanno separando dalla gente. Continuiamo a perdere followers e gli haters si moltiplicano. Nessuno capisce più se una cosa è detta da noi o è solo un’altra fake news. Serve un cambio di passo”

“No, amico non lo farò. Chiedilo a Maddalena. Lei è più brava”

Giuda era gelosissimo di Maddalena, la sua rivale in amore e non perdeva occasione per punzecchiare il suo amico. Per farlo vacillare verso di lui. Gesù ci pensò un po’, capi che non c’era altro modo".

I suoi occhi, che sembrano sempre innocenti lo guardano. Lo bacio sulle labbra delicatamente tenendogli la testa fra le mani. Nell’ombra dietro la tenda. Tutti gli altri intenti a ridere. Il cuore di Giuda si fermò per un attimo.

Si vede che non mi ami abbastanza” gli disse. Irritandolo mentre Gesù veloce correva tra le braccia di Maddalena.

Giuda capì. Lo stava provocando ma la rabbia di vederlo cosi lo fece comunque contorcere. Lo stomaco si chiuse.

Chiamò al telefono il direttore del giornale, quello che tutti leggevano pensando che lì vi fosse riposta la Verità.

“Lo vuoi uno scoop?”

Dall’altro capo con il suo accento estero rispose il magnate dei media. Il grande fratello dell’informazione pilotata.

Quanto mi costerà?

Non molto” rispose Giuda. “Solo 30 bitcoin” e rivelò veloce tutto. Mentre i suoi amici uscivano nel giardino fresco dopo la calda giornata primaverile. Mentre tutto girava velocemente. Mentre il suono di mille chitarre gli scuoteva il petto. I ragazzi mettevano musica pesante ora ballando nel giardino del Jetz-Miami. Il loro locale preferito.

Mentre Giuda vuotava il sacco. E come un fiume raccontò di dove e come viveva Gesù. Raccontò mille bugie. Gli occhi cerchiati, le lacrime calde che scendevano lungo il viso. Lo stava tradendo.

Vorrai le sue foto mentre mangia carne mentre dice di essere vegano. Mentre si ingozza di banane quando non è stagione. Vorrai sapere quanto gli piace sesso. Di quanto predica bene e razzola male.

E come uno di noi, peggio di noi. Non dobbiamo seguirlo siamo tutti peccatori e possiamo esserlo fino alla fine del mondo. E i video di lui che fuma di nascosto in terrazzo, le rivelazioni piccanti, gli amici impresentabili. Mille facce, mille eroi. Nessun eroe senza macchia. Nessun mito. Nessun modello. Solo il potere. Solo i soldi. Unico modello.

Giuda chiude la telefonata. Tira sul con il naso. Si pulisce la faccia al meglio con la manica.

Ora è tempo di far finta di nulla. Un filo di trucco, una ravvivata ai capelli e scende tra gli amici.

Giuda sorride fintamente, abbraccia Simone e lo coccola. Vuole fare ingelosire tutti. Balla sfrenato con una bottiglia di vino in mano insieme al vecchio Matteo. Perfino Tommaso, il più timido ride nel vederlo così.

Love, where is the Love?” canta mentre tutto gira vorticosamente.

Giuda esagera. Prende due pillole e spegne il cervello. La sua coscienza. Gesù lo guarda mentre fa il bullo e ride. Lo guarda e vede le sue lacrime dentro, lo guarda e sente il suo dolore.

Sente il grido spezzato, il cuore infranto. Sente l’amore che se ne va. Che svuota il petto senza fiato.

In my dream I was drowning my sorrows

But my sorrows, they learned to swim

Surrounding me, going down on me

Spilling over the brim

In waves of regret, waves of joy

I reached out for the one I tried to destroy

You, you said you'd wait until the end of the world

Nel mio sogno stavo annegando i miei dispiaceri

Ma i miei dispiaceri, impararono a nuotare

Circondandomi, affogandomi

Traboccando dal bordo

In onde di rimpianto, onde di gioia

Mi distesi per raggiungere colui che tentai di distruggere

Tu, tu dicesti che avresti aspettato fino alla fine del mondo


Giuda si stende sull’erba. Il volto sfigurato.

La festa è finita. Le notizie corrono veloci in Galilea. La festa è finita improvvisamente. Il cristo, l’unto, come lo chiamavano i detrattori è finito. Preso e incarcerato. La stampa lo processerà all’alba. Sul golgota del web.

Non basteranno accorati appelli, l’intervista alla madre. Il disperato grido di aiuto di chi lo sosteneva. Gesù non è più un diverso. Gesù è come noi. Si è fatto uomo con i nostri difetti, i nostri dolori. Uomo in carne ed ossa con le nostre stupide avidità e paure.

Non sei diversa da nessuno caro Gesù. Hai avuto la tua notorietà. In futuro l’avremo tutti almeno per 10 minuti lo dice anche Andy Wharol. Saremo tutti uguali. Facce indistinte nel grande schermo. E se solo oserai dire “io sono diverso” verrai sommerso dalla banalità, dalle ipocrisie e dalle piccolezze umane. Dai meme, foto di gattini e vignette fintamente satiriche. Tutto in un enorme magma. Una poltiglia marroncino chiamata informazione.


Il sogno di Giuda si è spezzato. Sta annegando i dispiaceri nell’alcool. Beve fino ad annegarli ma loro imparano a nuotare e risalgono lungo la gola. Sgorgano come lacrime nere dagli occhi.

Tutti sono andati via. Gli hanno sputato addosso. “Traditore, ci hai rovinato”.

Steso allunga la mano verso il cielo... vorrebbe abbracciarlo ancora una volta. Sentire la sua voce. E ancora le sue parole riecheggiano in testa: “Ti aspetterò alla fine del mondo

Quando tutto questo sarà solo polvere, quando sarà tutto finito io e te sapremo che un sacrificio vale la pena se la ricompensa è il cambiamento. E così Gesù chiuse il suo account non prima di un’ultima tragica apparizione. Una lunghissima diretta dove il presentatore in un impietoso faccia a faccia lo paragonava ad un ladro qualunque.

E il pubblico a votare da casa per salvare uno o l’altro. Il presentatore che si defila.

“È la stampa bellezza!” (Humprey Bogart in “ultima minaccia”)

E poi le luci accese per l’ultimo show. Quello che sapeva di dover fare. Quello che si era preparato. Per cui era nato e sarebbe morto.

Guardò diritto in camera. “Io sono te, sono ognuno di voi” e non respingerò il dolore. Perché soffro come soffrite voi”.

Il pubblico estasiato lo derideva, i centurioni della carta stampata lo percuotevano. Gli amici più fidati rinchiusi perché nessuno li potesse vedere che lo guardavano dai piccoli schermi dei telefoni. E parlò ancora.

“Io oggi muoio per i difetti dell’uomo”

Muoio per i “ma anche”, muoio per i “sono tutti uguali”

Io oggi muoio per “chissà chi c’è dietro?” per i “chissà quanti soldi prende?”

Io oggi muoio per i “anche io ho il diritto di dire anche se non so nulla”

Io oggi muoio per il “diritto di dire la mia anche se non so quale sia”

Io oggi muoio per quelli che guardano il dito e non la Luna.

Io oggi muoio per quelli che tifano e non pensano

Oggi muoio per quelli godono nella caduta dell’avversario mentre comunque si perde tutti la partita

Oggi muoio e morite tutti con me. Perché non volete cambiare non volete risorgere.

Moriamo perché è meglio essere tutti mediocri che renderci conto che soffrendo possiamo migliorare. Che pensando possiamo migliorare.


La rinascita dentro di noi parte dal migliorare noi stessi. Non nel godere delle cadute dell’altro.

Nasce nel rispetto per tutti, anche i nemici. E nell’ascoltarli prima di odiarli.

La rinascita parte dai sacrifici, dalle piccole cose. Dalle idee che cambiano il mondo.

E sono le idee a cambiare il mondo non le persone.

Le idee. E forse quell'uomo era ed è un’idea. Un’innovazione.

E la sua morte necessaria come atto di traduzione e di mutazione. Come un virus, come un cavallo di Troia inserito nel sistema. Il momento di rottura e di cambiamento. Nei vangeli apocrifi, quello proprio di Giuda, si spiega come Gesù sapesse e avesse orchestrato direttamente il suo tradimento. Sapeva che il compiersi di quegli atti avrebbe portato al cambiamento. L’ordine precostituito dal potere che si infetta di idee e rivoluzioni umanitarie.

Dire invece qualcosa sulla canzone è ancor più difficile. Until The End Of The World è un capolavoro sia musicalmente che per il testo. Puro rock post-punk con Edge in stato di grazia e Bono che sembra a tratti la reincarnazione di Jim Morrison.

"Achtung Baby è stato un album oltraggioso e coraggioso. Cupo forse e dove il tema del tradimento è spesso venuto a galla. Si parla anche di fede e amore ma il tema del tradimento è predominante.” scrive The Edge dopo l’uscita dell’album.

La canzone nasce per far da colonna sono all’omonimo film di Wim Wenders (amico di vecchia data degli U2), e lo stesso regista rimane così impressionato dalla canzone da chiamare così il film. I temi del film sono lontani dall’originaria storia di Wenders ma alcuni spunti e rimandi sono un collegamento continuo tra le due opere.

La canzone rappresenta l’ultimo dialogo di Giuda e Gesù poco prima dello storico tradimento.

Bono stesso durante i live introduce la canzone gridando “Jesus, this is Judas” nel crescendo frenetico di chitarra e batteria iniziale. Bono e soci stavano attraversano un difficilissimo periodo durante le registrazioni dell’album.

Sono nella Berlino post caduta del muro. Negli studios di Bowie e Lou Reed. Eno gli stava spremendo al massimo. Ma c’è di più. In primis la fine del matrimonio di Edge con Aislinn O’Sullivan. Il chitarrista ne uscì emotivamente distrutto e frustrato. Il tradimento di un amore promesso è solo uno degli spunti per Acthung Baby.

Ma c’è anche Bono. Stanco della sua immagine di messia vuole proprio rompere con quella tradizionale immagine. Inforca un paio di occhiali neri enormi, un vestito in pelle, i capelli lunghi con il gel sostituiscono la immagine messianica del joshua tree.

E in questo contesto Until the end of the world risulta come una granata che esplode in mezzo all’album. Edge furioso crea uno dei riff più aggressivi mai fatti e il suo assolo live è dirompente e sempre più trascinante.

Adam e Larry non sono da meno. Bellissimo ad esempio l’incipit di basso di Adam che fa letteralmente vibrare ogni cosa. Larry alla fine picchia fortissimo mentre Edge intona un assolo finale da brivido.

Ben presto diventa uno dei momenti cardine degli eventi live dello Zoo TV ma troverà poi sempre spazio in tutti i tour o quasi. Live infatti la canzone mantiene la sua impronta rock anzi la si amplifica. Bono improvvisa, balla, salta e il dialogo tra Edge e Bono trasfigura quello tra Gesù e Giuda. Non a caso finisce sempre con toccarsi tra Bono ed Edge, un calcio alla chitarra, uno spunto d’acqua attraverso il maxischermo.

«Se separi il mito dall’uomo, tu vedrai dove presto finiremo». Nello straordinario brano iniziale di Jesus Christ Superstar, il film diretto da Norman Jewison - ripreso dal musical omonimo di Tim Rice, autore dei testi, e Andrew Lloyd Webber, autore della musica - Giuda parla come un esegeta del XX secolo: esisterebbe il mito del Cristo da una parte, e l’uomo Gesù dall’altra.

Il brano insiste nel suo ritmo martellante affermando: «Tu hai cominciato ad essere più importante delle cose che dici». È forse il passaggio più bello della canzone. Tutta la questione consiste esattamente in questo: se Gesù sia solo un portatore di belle parole o se la sua persona stessa sia più importante e bella di esse. Da qui l’idea che abbattendo la persona si abbattano le idee.

Giuda - interpretato da Carl Anderson - prosegue ancora cantando che tutti gli apostoli, tranne lui, sono certi che Gesù è il Messia e non solo un uomo: «Pensano di aver trovato il nuovo messia e ti faranno del male quando capiranno di essersi sbagliati».

«Ogni parola che dici oggi, viene in qualche modo fraintesa e ti faranno del male se penseranno che tu abbia mentito»: Giuda vorrebbe preservare Gesù dalla croce e si preoccupa per lui perché il Cristo non smentisce le voci che circolano su di lui, anzi sembra avvalorarle.

Pensate a quante persone anche oggi dicono e affermano sacrosante verità, lottino per il bene ma che grazie a media spregiudicati le loro parole perdano di significato.

Significato e Significante.


VERSIONI:

Il video durante lo ZooTV tour a Sidney. Bono in forma smagliante. Ironico, tagliente e provocante.

La chitarra di Edge sembra a tratti liquida. Bono ad un certo punto mima un rapporto orale con la telecamera non a caso. Il testo infatti ad un certo punto in “going down on me” può essere anche interpretato proprio in questo modo. Bono non ne ha mai voluto rivelare il vero significato.

Quando infine Bono si getta tra il pubblico si consegna, come rockstar, alle masse. Dona il suo corpo in nome della musica. Sul finale attacca poi New year’s day con un grido strozzato. La nuova era. Sfido chiunque a non sentire i brividi.


La versione al Rose Bowl Stadium durante il 360 Tour


Spettacolo pure allo Slane Castle con Bono in mezzo ai suoi fan. I calci alla chitarra, le distorsioni, This is rock’n roll

Il più bel finale della canzone a mio avviso. Con Adam che spinge come un rullo compressore, Edge che inventa un riff pazzesco pieno di echi e Bono che legge il salmo 23. Il più caro per il cantante.

 

Appena gli U2 concludono “Raised By Wolves”, le immagini delle vittime coprono lo schermo gigante a LED e Bono recita una parte del più famoso di tutti i salmi, il Salmo 23. Esasperato e senza fiato, il cantante, come se stesse scivolando in un precipizio di disperazione, canta “Though I walk through the valley of the shadow, I will fear no evil. Thy rodand thy staff comfort me” (“Anche se camminassi nella valle dell’ombra, non temerei alcun male. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi consolano “.

Per i primi sette spettacoli del tour, Bono ha semplicemente ripetuto questa frase per poi muoversi direttamente in “Until The End Of The World.” Ma c’è stato un cambiamento drammatico nella presentazione del Salmo 23, il 27 maggio al Forum di Inglewood, California (Los Angeles). Ad un certo punto, quella mattina, il tour manager della band e amico di una vita, Dennis Sheehan, è deceduto improvvisamente mentre dormiva nella sua stanza d’albergo. La tragedia è stata straziante per gli U2, il loro equipaggio e i loro fedeli fans, ed è stata la terza morte difficile in altrettanti mesi (il padre di Larry è morto il 10 maggio e il caro consigliere spirituale degli U2, Jack Heaslip, alla fine di febbraio). Così, al concerto del 27 maggio, il dolore collettivo di un intera arena sembrava incanalarsi attraverso il cantante, appena lui si è inginocchiato e ha pregato Dio alla fine del Salmo 23, recitando: “Comfort me. Comfort me.” (“Confortami. Confortami”). E poi, ripetendolo sempre più forte, le sue urla strazianti di “COMFORT ME!”/“consolami!” sono diventate dolorose, a seguire ancora la perfetta “End Of The World.” L’effetto era agghiacciante, e anche se il dolore è diminuito nel corso dei mesi, la band continua a utilizzare questa interpretazione viscerale del Salmo 23

(from atu2.com)


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