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Germano

I FALL DOWN

Io cado giù, io ci provo e sa che posso cadere.

Tutto qui il senso di una canzone che parla della paura del provarci sapendo che si può fallire. Ne abbiamo già parlato ampiamente dell’atmosfera che pervade l’album October. Quel senso di precipizio e caduta che da vertigini. Ma, come in altre canzoni, si respira nascosto un profumo di adolescenza sfrontata.

“io cado giù” anzi “a testa in giù” come direbbe Surya Bonaly. La pattinatrice che letteralmente a deciso di perdere una gara per vincere una vita. Provarci così tanto da rischiare, non metaforicamente, l’osso del collo.

La foto che meglio rappresenta Surya e quella di Nagano del 1988. Un vestito oro e azzurro. Lei a testa in giù. Perfettamente sospesa in aria. La testa in una posa aggraziata. Il suo essere fuori dagli schemi è già tutto in questa foto.

Ma chi è Surya? Surya viene adottata all’età di 8 mesi da una coppia francese. Lei originaria dell’isola della Reunion si trova nel sud della Francia con una madre insegnante di pattinaggio artistico. Ma al tempo, a cavallo degli anni ’80 e ’90, una pattinatrice nera era una rarità. E ancora di più con un carattere forte e determinato come quello della piccola Surya.


Julie says,

John I'm getting nowhere

I wrote this letter,

hope to get someplace soon

I want to get up

When I wake up

But when I get up

I fall down.

Julie dice,

John non sto arrivando da nessuna parte

Ho scritto questa lettera,

Spero di arrivare presto in qualche posto

Voglio alzarmi

Quando mi sveglio

Ma quando mi alzo

Io cado giù

Questa è una canzone sui fallimenti come abbiamo detto.

Bono non parla in prima persona stavolta, si affida alla storia di Julie e John. Julie era una delle ragazze del gruppo religioso Shalom che frequentava Bono insieme a Larry ed Edge. Abbandona il suo fidanzato, John, e il gruppo religioso in cerca di fortuna. Nel frattempo, Surya si fa largo a spallate nel mondo del pattinaggio artistico su ghiaccio. Complice un periodo storico dove emergevano altre stelle del ghiaccio, quegli anni divennero anni dove grazia e bellezza si mischiarono a ferite, paure e recriminazioni. Già campionessa europea per 5 volte, Surya era criticata per il suo stile. Per la sua forza e per la sua determinazione a sorprendere. Nel pattinaggio, durante la gara, vi sono degli esercizi obbligatori da fare. Salti che l’atleta deve fare per dimostrare la sua capacità. Poi vi sono le varianti, elementi che può inserire per aumentarne il coefficiente di difficoltà e per vincere. Magari avrete sentito del doppio o triplo axel, trottole, il flip o il lutz.

Ma vi sono anche salti vietati. Che la giuria vieta e punisce severamente vista la pericolosità. Era inoltre praticamente impossibile farlo atterrando come da regolamento su una sola gamba. Non per Surya.


Julie wake up, Julie tell the story

You wrote the letter,

Said you were gonna get there someday

Gonna walk in the sun

And the wind and the rain

Never look back again

Now you fall down

You're falling down

You fall down

You fall down.

You're falling down

You fall down

You fall down.

Julie svegliati, Julie racconta la storia

Tu hai scritto la lettera,

Dicevi che ci saresti arrivata un giorno

Avresti camminato nel sole

E nel vento e nella pioggia

Non avresti mai più guardato indietro

Ora tu cadi giù

Stai cadendo giù

Tu cadi giù

Tu cadi giù

Stai cadendo giù

Tu cadi giù

Tu cadi giù.

Introducendo il brano nel maggio del 1983 a Boston, Bono disse:

“Questa canzone parla del ‘provarci’, provare magari fallendo, ma almeno provare. Mi ricordo tre... magari è di più: tre, quattro, cinque anni fa, quando eravamo una ‘garage band’ da una terra ‘garage’. Mandammo tutte quelle lettere alle persone delle case discografiche, delle stazioni radio, che dicevano ‘John, non sto arrivando da nessuna parte ma spero di arrivare da qualche parte un giorno!”.


Bono sperava di arrivare da qualche parte insieme al suo gruppo. Avevano fatto una decisione e volevano provarci a tutti i costi.

E lo sa anche Surya cosa significa provarci e cadere. Già a 12 anni, senza paura, lo effettua in allenamento lasciando a bocca aperta tutti gli astanti. Perché lei è fatta così e non si lascia intimidire da nessuno. Ai mondiali di Chiba del 1994 arriva seconda, ma non ci sta e non sale per protesta sul podio mentre lancia occhiatacce al tavolo della giuria. Fa un cenno di no con la testa a chi le porge la medaglia e se ne va poco dopo. Trattiene le lacrime e se ne va fiera tra i fischi.


Manda al diavolo l’etichetta, la disciplina e i gesti sobri. La vogliono come una principessa con il tutù. Lei esibisce fiera i muscoli delineati poco aggraziati. non ama i suoi muscoli. È l’acrobata, e la giuria vuole la ballerina. L’orda di giornalisti l’assale: chiedono «chi ti ha spinto a fare quel gesto?». «Nessuno», risponde trattenendo le lacrime. «Non sono fortunata».

2 decimi la separano dall’oro. Ancora una volta seconda.

Lo sarà per tre volte, sempre ad un soffio dall’oro. Mai premiata per il suo coraggio e i suoi salti sempre più alti, sempre più definiti.

Julie say something, Julie say you're sorry

You're gonna get better, you better not

Leave me here anyway

I want to get up, when you wake up

But when I get up

I fall down

I'm falling down

I fall down

I broke myself.

I fall, I fall down

I'm falling down

I fall down

When you fall

I fall with you

And when you're falling down

Is when I hit the ground.

I fall with you

I fall down.

Julie dì qualcosa, Julie dì che ti dispiace

Ti sentirai meglio, è meglio che non

Mi lasci qui comunque

Io voglio alzarmi, quando ti svegli

Quando mi alzo

Io cado giù

Quando sto cadendo giù

Io cado giù

Io mi sono spezzato

Io cado, io cado giù

Sto cadendo giù

Io cado giù

Quando tu cadi giù

Io cado con te

E quando tu stai cadendo giù

È il momento in cui io colpisco la terra

Io cado con te

Io cado giù.


Surya non ci stà. Sbotta, cambia allenatore e ci riprova ad Albertville. Viene punita per aver provato un salto mortale in allenamento. La chiamano “esibizionista”. Veste diverse, parla diversa e salta. Salta più in alto. Prova a stupire e cade, anche dal podio.

Arriva quinta e mastica amarissimo. Cade, si sente cadere e si afferra al suo animo.

Decide di tagliarsi i capelli, la lunga coda nera, sperimenta con musiche moderne (spice girls, cancan) e vince il suo quinto titolo europeo con un dito rotto.

Non le basta. Nel 1996 cade anche in allenamento proprio alle porte dell’ultima sua possibilità. Vincere il titolo francese e avere il pass per Nagano 1998. Si strappa il tendine d’Achille. Va alle nazionali lo stesso e vince.

Con un completo oro e azzurro tiffany, i capelli raccolti e la musica delle 4 satgioni di Vivaldi, Surya entra nello stadio del ghiaccio per la finale.

È convinta, aggressiva e piena di rabbia ma al triplo salto scivola e cade!

Il silenzio intorno a lei. Un boato vuoto.

Solo ora sente il freddo del ghiaccio, le occhiate dubbiose dei giudici. Gli occhi benevoli della madre si incrociano ai suoi. Sa che l’oro è svanito.

“I fall down” lo sente dentro.


Ma, si c’è un ma. Surya abbiamo detto non è tipo da farsi abbattere.

Si ricompone, riprende a spingere sulle lame.

Il ghiaccio stride sotto i suoi muscoli e decide di cambiare programma. Cambiare le regole del gioco. Spinge e sbuffa. Tutta la sua rabbia, il suo dolore diventano velocità. Il freddo sul viso mentre sembra affrontare di nuovo il triplo in avanti e invece sterza, si gira e prende lo slancio su una gamba all'indietro. Salto mortale all’indietro e caduta su una gamba.

La giuria la punisce severamente mentre il pubblico si infiamma. Si alza in piede, applaude e urla.


Surya chiude la sua carriera di atleta così. Mostrando l’impossibile.

Perdendo una gara ma vincendo una vita.

Diventerà allenatrice, si sposerà e sarà ambasciatrice dello sport femminile. Ambasciatrice delle donne di colore. Ambasciatrice del coraggio.

Come lei nessuna prima. Poi arrivarono Serena e Venus Williams, Simone Biles con i suoi salti impossibili.


Dal punto di vista musicale “I fall down” è una canzone molto bella. Edge si sposta all’inizio sul piano e si alternano parti acustiche a quelle elettriche.

Alterna nello stesso modo il testo tra spinte in avanti, nel desiderio di completarsi scapando e rischiando, a momenti di sconforto dove ci si sente cadere.

“Dicevi che ci saresti arrivata un giorno, avresti camminato nel sole e nel vento e nella pioggia

Non avresti mai più guardato indietro. Ma ora tu cadi giù”

In poche parole, l’intera crisi del diventare adulti. Ancora una volta i 4 di Dublino non fingono, rivelano le loro paure e ne fanno un brano per tutti.


VERSIONI:

Live at Werchter at 1982


Live at Berlin at 1982-11-04 con Bono alla chitarra.


La finale a Nagano con Surya Bonaly e il suo salto oltre il limite.


Il trailer di “losers” una piccola serie di Netflix dove una puntata è dedicata proprio a Surya e al suo stile inconfondibile. La sua voce, durante l’intervista, il suo sguardo.

Nulla di più da aggiungere per una vera atleta.


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