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Germano

THE ELECTRIC CO. ovvero la Terapia dell'Elettroshock

Fino a pochi anni fa le malattie mentali erano poco conosciute e quasi sempre chi ne era affetto era ostracizzato e nascosto ai più. Anche in Italia fino alla legge Basaglia e alla riforma del Servizio sanitario italiano del 1978 gli affetti da malattie mentali erano relegati, anzi rinchiusi, in strutture fatiscenti e degradanti. Manicomi li chiamavano. Ma in verità erano carceri dove la tortura era ammessa, anzi sembrava far parte della cura. Aguzzini che scaricavano la propria rabbia su povere persone a cui nessuno credeva.

I manicomi in Italia come in tutta Europa divennero luoghi del terrore che potevano essere usati anche per rinchiudere nemici e persone non gradite al sistema.

Talune volte, non raramente, si potevano poi percorrere vie mediche sperimentali e brutali. Atte a sopprimere ogni sussulto di vita dei poveri disperati che abitavano questi luoghi. Tortura, lobotomie ed elettroshock appunto.

“The Electric co." è l'abbreviazione di "terapia di convulsione elettrica", una cura eseguita con scosse elettriche subita dai pazienti psichiatrici. In quegli anni gli U2 hanno un amico che ha cercato di suicidarsi.

Un ragazzo come tanti con delle difficoltà e con un male di vivere amaro e profondo che non riesce a riempire. L’amico non riesce nel suo intento e viene portato in un ospedale psichiatrico dove viene praticata la terapia dell’elettroshock. Si tratta del Grangegorman District Mental Hospital (o "The Grangegorman") e in seguito ribattezzò l'ospedale psichiatrico di St. Brendan. Durante i live i ragazzi eseguivano un breve brano chiamato “The Cry” che viene sempre utilizzato come apertura a “the Electric co.” E così quando gli U2 decidono di incidere la canzone nel loro primo album le due songs vennero fuse insieme.

Boy, stupid boy

Don't sit at the table

Until you're able to.

Toy, broken toy

Shout, shout, you're inside out

If you don't know.

Electric Co.

If you don't know

Electric Co.

Ragazzo, stupido ragazzo

Non sederti al tavolo

Finché non ne sei capace.

Giocattolo, giocattolo rotto

Grida, grida, sei rivoltato

Se non conosci

l’elettroshock

Se non conosci

l’elettroshock


Bono si rivolge direttamente al suo amico. Troppo fragile per sedersi al tavolo dei grandi. Come un giocattolo rotto lasciato solo sul ciglio del baratro. La canzone sembra urlata, piena di rabbia e dolore giovanile. Un dolore incomprensibile sintomo della inadeguatezza. Quel dolore che diventa incomprensibile e ti rende apatico, depresso. La depressione appunto. Una malattia subdola che colpisce a qualsiasi latitudine e spesso in età adolescenziale.

E cosi lo scorso 20 luglio 2018 si è tolto la vita il cantante dei Linkin Park, Chester Bennington. Lo stesso giorno, avrebbe compiuto 53 anni Chris Cornell, cantante dei Soundgarden; e il 21 luglio sarebbe stato il 66° compleanno di Robin Williams. In un modo o nell’altro le loro vite sono state fortemente condizionate dal peso di un vero e proprio parassita, il disturbo depressivo maggiore.

La depressione clinica vera e propria è un disturbo dell’umore profondo e perpetuo. Tuttavia, il problema viene spesso sottovalutato e minimizzato dalle persone vicine al paziente, quando non proprio stigmatizzato. Eppure, circa il 60% dei suicidi è dovuto ai disturbi dell’umore, tra cui soprattutto la depressione.

«Ci ho provato così tanto e sono andato così lontano ma alla fine non conta neppure».

Così canta Chester con i suoi Linkin Park, nella sua "in the end", quasi un messaggio subliminale a spiegare come si sentiva. Vittima di abusi da parte di un ragazzo più grande, reprime la vergogna trasformandola in urlo e neppure la droga riempie quel buco che mangia tutto.

Chester Bennington e Chris Cornell
Chester Bennington e Chris Cornell

Red, running red

Play for real

Talk and feel

Holding your head

You won't shout

You still beg

If you don't know

The Electric Co.

If you don't know.

Electric Co.

If you don't know

Electric Co.

Rosso, diventi rosso

Giochi sul serio

Parli e senti

Ti tieni la testa

Non griderai

Ancora implori

Se non conosci

l’elettroshock


Se non conosci

l’elettroshock

Se non conosci

l’elettroshock


La depressione attanaglia e ti tiene schiacciato al cuscino. Non hai voglia di alzarti dal letto, di studiare o incontrare i tuoi amici. Paradossalmente però non si dorma mai bene e si vive quindi sempre in uno stato di dormiveglia permanente. L’abuso di alcol e stupefacenti è relativamente comune nelle persone depresse, e le trascina in un circolo vizioso; inizialmente si beve per alleviare i propri sintomi, in realtà li peggiora e trascina le vittime in un quadro autodistruttivo.

Chi è depresso si sente un buco nero, non dentro di se, lui stesso. Una stella collassata in se stessa. Una spirale tanto potente da curvare i raggi del sole. Dove energia, materia, gravita, tutto curva verso l'interno.

Dal buco nero l'universo è fantastico. Pieno di luci e meraviglie e quando lui si avvicina tutto diventa nero. Il buco nero è un killer di stelle. Le fagocita, le mangia, le annichilisce.

un buco nero al centro della galassia

A grief without a pang, void, dark, and drear,

A stifled, drowsy, unimpassioned grief,

Which finds no natural outlet, no relief,

In word, or sigh, or tear.

Un dolore senza fitta, vuoto, oscuro e tetro,

Un dolore soffocato, torpido, distaccato,

Che non trova alcuno sfogo naturale, alcun sollievo

In parole, sospiri o lacrime.


Cosi viene descritta la depressione nel 1802 da S.T. Coleridge. Un dolore senza una causa apparente. Tanto subdolo nel manifestarsi che nel capirlo. Nei bambini e nei giovani la depressione si accompagna a irritabilità, disturbi dell’attenzione e dell’umore. I trattamenti, nonostante i passi avanti fatti in medicina e psichiatria sono ancor vari e non concludenti. Non tutti sanno che ancora adesso si pratichi, in maniera sporadica, l’elettroshock.

una delle prime macchine per curare l'elettroshock

Il tema è stato trattato anche nella musica italiana. Chi non ricorda l’amara e triste “Jenny è pazza” con Vasco Rossi che racconta di quella triste amica che tutti danno per malata. Ma se nella canzone degli U2 si percepisce rabbia e dolore per quell’amico disperato, in quella di Vasco le parole sono amare e rassegnate.


Dal punto di vista musicale la canzone è una vera è propria scarica adrenalinica. Tiratissima e cantata a perdifiato. Boy, il titolo dell’album compare proprio all’inizio. Come una dichiarazione.

Sul palco Bono spesso canta un pezzo di “Send in the clowns” di Stephen Sondheim. Una abitudine che ha portato gli U2 a pagare diverso denaro per i diritti d’autore negli USA inserita nella prima edizione del “live at red rocks” (tagliata poi nelle successive).

Per tale motivo ora Bono preferisce usare lo snippet di “Amazing grace”.

Nei tour successivi, il vertigo tour del 2005 la canzone è ritornata ancor più graffiante nelle setlist. Bono stavolta ha inserito estratti di "Bullet with Butterfly Wings" di The Smashing Pumpkins e "I Can See for Miles" di The Who.

Jenny non vuol più parlare

non vuol più giocare

vorrebbe soltanto dormire

Jenny non vuol più capire

sbadiglia soltanto

non vuol più nemmeno mangiare

Jenny è stanca

Jenny vuole dormire

Jenny è stanca

Jenny vuole dormire

Jenny ha lasciato la gente

a guardarsi stupita

a cercar di capir cosa

Jenny non sente più niente

non sente le voci che il vento le porta

Jenny è stanca

Jenny vuole dormire

Jenny è stanca

Jenny vuole dormire

Io che l'ho vista piangere

di gioia e ridere

che più di lei la vita

credo mai nessuno amò

io non vi credo

lasciatela stare

voi non potete

Jenny non può più restare

portatela via

rovina il morale alla gente

Jenny sta bene

è lontano...la curano

forse potrà anche guarire un giorno

Jenny è pazza

c'è chi dice anche questo

Jenny è pazza

c'è chi dice anche questo

Jenny ha pagato per tutti

ha pagato per noi

che restiamo a guardarla ora

Jenny è soltanto un ricordo

qualcosa di amaro da spingere giù in fondo

Jenny è stanca

Jenny vuole dormire

Jenny è stanca

Jenny vuole dormire


In astronomia il buco nero è si un killer di stelle ma anche, paradossalmente, un grande generatore di materia e di vita al mondo. Si perché oltre il limite chiamato Orizzonte degli eventi, dove cioè tempo e massa si contorcono, oltre il dolore che brucia oltre il senso di amaro in bocca delle medicine che stordiscono nasce qualcosa.

Dove Roipnol e Diazepan smettono di fare effetto, dove la differenza tra sveglio e dormiente sembra vacillare, li in quell'imbuto può cambiare tutto. Il sotto diventa sopra e la depressione improvvisamente sputa fuori idee, gioia, ipersuoni e derive quantiche.


VERSIONI

la versione meravigliosa durante il Vertigo Tour con snippet degli Smashing Pumpkins

"Despite all my rage i'm still like a rat in a cage." Smashing Pumpkins


La versione live di Parigi per la chiusura del Innocence tour 2016. Edge in stato di grazia.


Al live at red rocks mentre Bono sventola la bandiera bianca


Emozionante Jenny di Vasco con le illustrazioni di Rosanna Mezzanotte.

Da vedere per riflettere.


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