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Germano

IF YOU WEAR THAT VELVET DRESS

Aggiornamento: 2 nov 2020

Per ricominciare a parlare delle canzoni che hanno scritto gli U2 abbiamo pensato di partire anche da canzoni meno note ad un pubblico generale ma che hai fan più assidui risultano familiari come le foto appese ai muri di casa.

Oggi vi parleremo di quella sera passata insieme al vostro amore, a quella foto appesa lungo il corridoio dove vi si vede in penombra mentre ballate romanticamente…oppure no

(leggete fino al finale con sorpresa).

durante il Pop Mart Tour
durante il Pop Mart Tour

Stasera la luna sta giocando ancora scherzi

Facendoci ancora sentire il mal di mare

Il mondo potrebbe semplicemente sciogliersi

In un bicchiere d’acqua

Tonight the moon is playing tricks again

Feeling sea sick again

The world could just dissolve Into a glass of water


Inizia così Bono quasi a parlare, calmo e suadente. Un sottofondo musicale impalpabile.

Piccole stelle che luccicano in cielo e il rumore lontano del mare.

durante il Pop Mart Tour
durante il Pop Mart Tour

Sono stato buono perché lo so che non vuoi che lo sia

Veramente vuoi che io sia così triste come te

è la sua luce che mi attraversa

I've been good 'cause I know you don't want me to Do you really want me to be as blue as you It's her daylight that gets me through

Seconda strofa della canzone più enigmatica tipica del “Bonolese”. E forse come al solito Bono scopre le carte e la canzone invece di trattare di un semplice romantico ballo al chiaro di luna parla di qualcos’altro. Il testo infatti comincia, nella tipica tradizione U2 a camminare su due registri paralleli. Il primo quello evidente è il romantico ballo al chiaro di luna con la lei bellissima in un vestito di velluto ma, il secondo, è criptico e anche più interessante.

Bono infatti sembra anche descrivere un rapporto tra Sole e Luna che danzano insieme nel cielo.

In una sorta di dialogo il Sole chiede alla sua amata Luna se deve essere pure lui triste, pallido, per stare con lei. E la luna risponde che brilla grazie alla sua luce (del sole).

Noi siamo stati qui prima

L’ultima volta grattavi alla mia porta

La Luna era nuda e fredda e io come un bambino di due anni

Che ne voleva ancora

Se tu indossi quel vestito di velluto

Se tu indossi quel vestito di velluto

We've been here before Last time you scratched at my door The moon was naked and cold I was like a two year old Who just wanted more If you wear that velvet dress If you wear that velvet dress

L’intreccio tra i due concetti si fa ora più evidente. Se la prima frase può sembrare un incontrarsi nei luoghi di gioventù dei due amanti, la seconda invece fa proprio riferimento al susseguirsi di Sole e Luna. Al tramontare di una sorge l’altro. Quasi che un lambisca (gratti) le soglia dell’altro.

Lei (la Luna) fredda e nuda come dopo una notte e lui (il Sole) appena nato (sorto) in cielo.

E il rimando ancora all'incontro amoroso, al vestito di velluto.

Stanotte la Luna ha tirato le sue tende

È uno show privato e nessuno dovrà saperlo

Io ti voglio

Tonight the moon has drawn its curtains It's a private show no one else going to know I wanted you

Si apre ora un nuovo elemento alla doppia storia intrecciata. La Luna si nasconde dietro a veli (tende) perché sia uno show privato. E qui allora la rivelazione che il vestito di velluto non è altro che un vestito della luna, drappi che la nascondo e il Sole la brama. La nebbia o bruma che cela il volto della luna e la rende misteriosa

Luce del sole

Luce del sole che riempie la mia stanza

È nitida e chiara

Ma niente è come la luna

Sunlight Sunlight fills my room It's sharp and it's clear But nothing at all like the moon

Altra contrapposizione tra l’ingresso del Sole, che riempie di luce e mostra ogni angolo della stanza, e la Luna che rimane misteriosa e sensuale

Va bene

Lo sforzo per le cose da non dire

Non ti ho mai ascoltato ovunque tu fossi

E ho le mie mani per pregare

It's okay The struggle for things not to say I never listened to you anyway And I got my own hands to pray

Qui la resa dei conti tra, il sottile gioco di sguardi e rimandi dei due astri termina con la resa del Sole. Mi sono sforzato di non dirti nulla ma non ti ho mai ascoltato ovunque tu fossi. I due mondi (uomo – donna) in un eterno rincorrersi e cercarsi finisco nel non parlarsi e sentirsi.

A qualcuno potrebbe venire il mente un vecchio film degli anni ’80: Ladyhawke con Michelle Pfeiffer e Rutger Hauer. Lui lupo di notte lei aquila di giorno… sole e luna... uomo e donna.

Se tu indossi quel vestito di velluto

Se tu indossi quel vestito di velluto

Questa notte la Luna è una palla di specchi (*)

Lampi di luce attraversano la stanza

Che prenderanno la stella quando cadrà

If you wear that velvet dress If you wear that velvet dress Tonight the moon is a mirror ball Light flickers from across the hall Who'll catch the star when it falls

Il cerchio si chiude e lo strano gioco di rimandi tra innamorati e Sole/Luna si completa mentre il tappeto sonoro attorno alla voce di Bono si fa via via sempre più raffinato e suadente. Larry tesse un leggerissimo rintocco di piatti e spazzole molto jazz.

Adam potente e carismatico come sempre segna il tempo a tutta la canzone con un meraviglioso giro di basso interminabile. Edge invece abbandona le sonorità pop ed elettroniche dell’album (Pop per l’appunto) tessendo una meravigliosa coperta sonora quasi liquida. Una sorta di viaggio astrale. Da prestare attenzione in più momenti al modo in qui allunga le note, le deforma e rende continue. Meraviglioso l’assolo minimalista prima della luce del sole (sunlight) dove Edge con poche note tratteggia un meraviglioso ballo tra Sole e Luna. Le tastiere di questo brano sono suonate da Marius De Vries contribuendo al suono ambient e soffuso (vincitore di Bafta e Grammy per Moulin rouge, La la Land e Romeo+Juliet). Nel sottofondo a contrappunto cori lontani di sirene e il finale elegante di Edge.

Gli U2 sperimentano anche in questo brano come in tutto Pop. Qui si avvicinano alle sonorità di Bristol dei Massive Attack, Portishead e di Tricky attraverso l’suo di suoni jazz/soul con arrangiamenti trip hop. Il produttore di tutto il disco Howie B dice: “ci ho messo un casino di jazz in quella canzone. Jazz e sesso”.

Voleva essere un classico della musica lounge, ma finì per essere il rumore di sottofondo nella sala d’attesa di un aeroporto “, dichiarò Bono. Dimostrando poca generosità in una piccola gemma nascosta.

JAck Vettriano

Ma... c’è sempre un ma nelle canzoni degli U2. Le interpretazioni possono essere anche più complesse e la chiave di volta del brano è nascosta nella penultima strofa. Questa canzone sembra parlare effettivamente di un possibile tradimento.

Di un incontro clandestino avvenuto anni prima (siamo stati già qui) con lui che implorava come un bimbo un po’ di amore. Ma lei era fredda e non si è concessa.

Ma ora la luna si è nascosta, velata. Nessuno ci potrà vedere stanotte! E tu indossi ancora quel vestito che non mi fa resistere. Sentiamo ancora il mal di mare guardandoci.

Fino all’arrivo del mattino quando la luce del sole rivelerà tutto e non mi resterà che non dire (lo sforzo di non poter rivelare una cosa bella ma proibita), non sentirti (richiamarti) e cercare di pregare per il peccato commesso!

E infine la paura di essere scoperti. Con la luna che brilla e mille riflessi di flash dei fotografi che cattureranno (catch ?) il momento in cui la Star (non la stella) cadrà.


Versioni

  • “If you were that velvet dress” è stata suonata durante tutto il Pop Mart tour. Subito dopo la pausa e l’atterraggio del limone Bono e compagni suonavano una elettrizzante “Discoteque” che sfumava incredibilmente e meravigliosamente in “...velvet dress”. Da sottolineare il passaggio di chitarra di Edge che deforma lo spazio e le luci attorno a loro. Bono che spesso scende in mezzo al pubblico tra mille riflessi della mirror ball lemon su tutto il pubblico

  • Altra versione meravigliosa con Bono tra il pubblico

  • Infine obbligatorio citare la meravigliosa versione di Bono e Jools Holland. Piano – Voce di altissimo livello.


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