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Germano

HAWKMOON 269

Camminando nel corridoio delle foto di oggi ho scorto una foto strana. Una foto in bianco e nero che trasuda colore. La foto di una città degli Stati uniti, lo skyline pieno di luci. Una vista dall’alto con tutte le insegne illuminate, i fari dei taxi, la gente che ride e si dispera. Una foto che ritrae Bono sul bordo del terrazzo, sudato dopo un concerto mentre telefona oltre oceano...

Inizio 1988, Bono e compagni sono al culmine della loro carriera. Il loro album simbolo, il quinto in ordine cronologico, è stato consacrato come il migliore di sempre per i 4 di Dublino (almeno fino ad allora ndr). Il “The Joshua Tree album” era un perfetto anello di congiunzione tra l’innocenza emotiva dei primi album e la consapevolezza adulta. Un viaggio interiore e una rinnovata linfa creativa grazie al consolidamento del rapporto con Eno, Flood e Lilliwhite. I ragazzi sono carichi e pieni di energia e si tuffano in tour negli Stati Uniti pieno di successi.

In questo momento tutti vogliono gli U2. Radio, Cinema e Tv li cercano. La copertina di Time li incorona “Rock’s Hottest Ticket” e come dicono da quelle parti gli U2 sono On-fire !!


Tutto sembra girare per il verso giusto ma anche in questi momenti di totale euforia Bono continua a scrivere canzoni, mentre il tour incede nelle varie città americane e Phil Joanou registra materiale per il film promozionale. “Rattle and Hum” per l’appunto.

Rattle and Hum è il proseguo spazio temporale dell’album precedente. Un album in buona parte live. Registrato nelle date statunitensi del tour e che attinge a piene mani alla cultura musicale americana.

Dalla Memphis di Elvis alla New York di Billie Holiday. Dalla Las Vegas di Desire alla valle di Mississippi di Heartland. La frenesia di mille incontri, fan, interviste li travolge e Bono sembra accusare il colpo. Immaginate una sera calda e umida come solo quelle del sud degli Stati Uniti possono essere. Appiccicosa come una maglia sudata dopo un concerto. La bocca secca e l’odore di fumo e sigarette che non se va. I ragazzi sono seduti sui divani dentro la stanza, la 269 per l’esattezza, di un hotel qualsiasi. L’ennesimo di un lungo viaggio.

A loro si sono uniti nuovi amici e grandi personaggi. C’è pure un tipo magro con un casco di capelli ricci. Il naso affilato e la voce nasale e stridula. Un menestrello della new folk che si chiama Robert Allen Zimmerman. Ma tutti lo chiamano Bob. Bob Dylan.

Bob attacca a suonare al vecchio organo che si trova nella stanza. Una specie di marcetta di incoraggiamento. Tutti sono stanchi, soddisfatti ma sentono il peso di un tour lungo una vita.

Brian Eno lo accompagna con il piede, seduto sul tavolo mentre scrive e si gratta la testa d’uovo.

Bono se ne sta in disparte, fuori sul terrazzo. Respira e prende aria a pieni polmoni. Il cappello da cow boy ancora in testa. Lo Stetson che sembra essere diventato il suo portafortuna. Cerca di telefonare alla moglie ma non siamo ancora nell’era di internet e le intercontinentali non funzionano ancora bene.

La marcetta da circo barnum di Dylan finisce e comincia a nascere “Hawkmoon 269”.


Like a desert needs rain

Like a town needs a name

I need your love.

Like a drifter needs a room

Hawkmoon

I need your love.

I need your love.

Like a rhythm unbroken

Like drums in the night

Like sweet soul music

Like sunlight

I need your love

Come un deserto ha bisogno della pioggia

Come una città ha bisogno di un nome

Ho bisogno del tuo amore

Come uno sbandato ha bisogno di una camera

Hawkmoon

Ho bisogno del tuo amore

Ho bisogno del tuo amore

Come un ritmo incessante

Come tamburi nella notte

Come della dolce musica soul

Come della luce del sole

Ho bisogno del tuo amore

Bono comincia quasi parlando, senza voce a sussurrare. Sente la mancanza della sua famiglia, di Ali. La sentono tutti. Il tour è stato stancante, elettrizzante e a volte stancante.

Parla di deserto e città le tante che hanno visitato fino ad ora. Si sente uno sbandato in una camera di hotel. Lasciato lì stanco e sudato.

Like coming home

And you don't know where you've been

Like black coffee

Like nicotine

I need your love,

I need your love.

When the night has no end

And the day yet to begin

As the room spins around

I need your love

I need your love.

Like a Phoenix rising needs a holy tree

Like the sweet revenge

Of a bitter enemy

I need your love.

Come tornare a casa

E non sapere dove si è stati

Come del caffè nero

Come della nicotina

Ho bisogno del tuo amore

Quando la notte non ha fine

Ed il giorno deve ancora cominciare

Mentre la camera gira intorno

Ho bisogno del tuo amore

Come una Fenice che risorge

Ha bisogno di un albero sacro

Come della dolce vendetta

Di un acerrimo nemico

Ho bisogno del tuo amore


L’incalzare dell’elenco di Bono si sente anche dentro la stanza ed Edge, Larry e Adam si inseriscono con i loro strumenti. Ancora una volta la magia si compie e il suono si fa via via compatto. In verità Edge conosce bene le armonie ne ha 268 versioni in valigia. Una cassetta per ogni remix e variazione e questa è la 269esima. Hawkmoon 269 per l’appunto.

Si parla di tornare a casa, quasi frastornati. Di notti senza fine mentre la stanza ti gira intorno.

Bono comincia ad urlare la sua rabbia, la sua mancanza e la sua stanchezza. E la canzone cresce sopra i rumori della città.

“Pattuglie della polizia, prostitute, droga ad ogni angolo. Insegne al neon che vendevano sesso in tutte le salse. Credo che Bono ci abbia fatto finire dentro il brano un po’ tutto di questo” dirà poi Larry (si riferisce alla registrazione fatta ai Sunset Studio di LA)

Like heat needs the sun

Like honey on her tongue

Like the muzzle of a gun

Like oxygen

I need your love,

I need your love.

When the night has no end

And the day yet to begin

As the room spins around

I need your love

I need your love.

Like thunder needs rain

Like a preacher needs pain

Like tongues of flame

Like a sweet stain

Need your love

I need your love.

Come il caldo ha bisogno del sole

Come del miele sulla lingua di lei

Come il mirino di un fucile

Come dell'ossigeno

Ho bisogno del tuo amore

Quando la notte non ha fine

Ed il giorno deve ancora cominciare

Mentre la camera gira intorno

Ho bisogno del tuo amore

Come il tuono ha bisogno della pioggia

Come un predicatore ha bisogno del dolore

Come di lingue di fiamma

Come di un lenzuolo macchiato

Ho bisogno del tuo amore

Ho bisogno del tuo amore

Bono ricorda Ali. E il suo pensiero va anche ai suoi baci al suo calore. Ma è un canto disperato a volte. La citazione languida del miele e delle lenzuola si contrappone al fucile e al predicatore. Immagini sfocate di un lungo viaggio nel cuore dell’America.


Like a needle needs a vein

Like someone to blame

Like a thought unchained

Like a runaway train

Need your love,

I need your love.

Need your love

I need your love.

Like faith needs a doubt

Like a freeway out

Need your love.

Like powder needs a spark

Like lies need the dark

I need your love.

Come un ago ha bisogno di una vena

Come di qualcuno da biasimare

Come di un libero pensiero

Come di un treno che corre via

Ho bisogno del tuo amore

Io ho bisogno del tuo amore

Ho bisogno del tuo amore

Io ho bisogno del tuo amore

Come la fede ha bisogno di un dubbio

Come di una superstrada che porta fuori

Ho bisogno del tuo amore

Come la polvere da sparo ha bisogno di una scintilla

Come le bugie hanno bisogno del buio

Ho bisogno del tuo amore


La poetica di Bono qui si fa più raffinata e trascende il puro desiderio di rivedere la sua amata.

Ritorna il desiderio di una dose di droga dei disperati sotto il balcone, polvere da sparo e bugie.

Il gioco delle contrapposizioni tra fede e dubbio, libero pensiero e fuga.

Al coro finale si aggiungono Edna Wright, Carolyn Willis, Billie Barnum (voci R&B degli anni ’70) il percussionista peruviano Alex Acuna e il batterista jazz Larry Bunker.

E alla fine nasce Hawkmoon, un titolo fuorviante preso a prestito da un libro di piccole storie, poemi e monologhi di Sam Shepard scritto nel 1973


VERSIONI:


Versione stupenda in Australia Live durante il Love Town tour con Edge in super forma.

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